OMAGGIO A REMEDIOS VARO

Remedios Varo.  La donna e l’artista

 

Remedios Varo manifesta fin dall’adolescenza una spiccata e fervida immaginazione che caratterizzò già i suoi primi cimenti artistici. 

Alice nel Paese delle Meraviglie. Acrilici su cartoncino 30 x 40
Alice nel Paese delle Meraviglie. Acrilici su cartoncino 30 x 40

Sviluppò un atteggiamento ribelle come reazione alle costrizioni e alle forme di controllo imposte dalla classe sociale e dal genere.

La Notte delle falene.
La Notte delle falene.

Breton spesso sottolineava la sua attitudine alchimistica attribuendole il termine hechicera[1](strega). Nelle sue opere sono frequenti i riferimenti all’alchimia, ai laboratori e alle botteghe medievali dove si praticavano la trasmutazione dei metalli e la ricerca dell’elisir di lunga vita mediante la pietra filosofale.[2]

La sua immaginazione era alimentata dal suo animo poetico e sognatore in una dimensione intimista e solitaria. Le immagini da lei create sollecitano la speranza ed una visione dell’armonia naturale non caratterizzata dalla riflessione sull’imperfezione umana.

La scelta cromatica di evitare forti e bruschi contrasti di colore, le permisero di creare atmosfere di quiete e calma adatte all’apparizione del segno e della rivelazione.

 

Se da un lato nel ruolo di femmes enfants si conformò ai clichés che definivano la donna secondo la poetica surrealista, dall’altro canto si dedicò con impegno e consapevolezza ad una propria attività pittorica e alla ricerca di un’identità creativa autonoma.

Omnia Tempus habent.
Omnia Tempus habent.
Onirica
Onirica

Nella sua produzione si può riscontrare una sorta di anticonformismo iconografico: i suoi ritratti fantastici erano il frutto della sua inventiva; i personaggi sempre occupati in attività meravigliose, spesso si spostano grazie ai loro poteri soprannaturali o mediante veicoli di locomozione piuttosto ingegnosi. Gli autoritratti si possono definire dei replicanti simbolici dell’artista: i suoi dipinti ospitano diverse creature somiglianti a lei ma si tratta di creature astratte, metaforiche ed ironiche, le quali fungono da mezzi rivolti ad esplorare identità alternative personali e allo stesso tempo universali, secondo uno stile magico e surreale. Le donne presentano il viso in una forma stereotipata: a forma di triangolo con occhi grandi.

 

 L’approccio di Remedios  ai legami sentimentali presentava un duplice risvolto: era una donna passionale con il desiderio di essere amata ma allo stesso tempo viveva le sue relazioni come degli impedimenti alla vera indipendenza e alla realizzazione personale. Le esigenze dei suoi rapporti affettivi di fatto avevano rallentato notevolmente lo sviluppo della sua attività artistica.

L'Ultimo Tango.
L'Ultimo Tango.
Eva e Adamo
Eva e Adamo

L’incontro con Leonora Carrington fu molto importante , tra loro si instaurò una sorta di sorellanza spirituale. Le loro vite presentano aneddoti simili: entrambe in fuga nello stesso periodo verso una libertà fisica e spirituale; attratte dagli stessi temi connessi alle scienze occulte e alla magia; condividevano le stesse letture; influenzate entrambe dalle teorie della reincarnazione; scrivevano insieme racconti fantastici; praticavano esperimenti pseudo - scientifici, alchemici; inventavano ricette per ottenere risultati magici;[3]  condividevano la sensazione <<di essere ispirate da strane e misteriose forze interne, di essere state scelte per un viaggio psichico molto speciale>>[4].

La pittrice credeva nella magia, era superstiziosa ed in armonia con la natura: aveva consolidato una credenza mistica incentrata sull’esistenza di forze sovrastanti, le quali influiscono sugli eventi e li dirigono. Talismani e vari oggetti singolari popolavano la sua abitazione; amava circondarsi di pietre, conchiglie, cristalli al quarzo.

 

Vi sono in Messico due <<streghe stregate>>: non hanno mai ascoltato voci d’elogio o di biasimo, di scuole o di partiti e molte volte hanno riso del padrone senza faccia. Indifferenti alla morale sociale, all’estetica e al prezzo, Leonora Carrington e Remedios Varo attraversano la nostra città con un'aria di indicibile e ineffabile leggerezza. Dove andranno?Dove le chiama l'immaginazione e la passione?"

 Octavio Paz  [5]

 

Testo di Irene Manente - settembre 2015 - copyright

 


[1] André Breton, “ Homenaje a Remedios Varo”, in La Bréche, Parigi, 7 Dicembre 1964.

[2] Diego Sileo, “Remedios Varo. La magia dello sguardo”, Selene Edizioni, Milano 2007.

[3] Remedios Varo, Consejos y recetas de Remedios Varo, Museo Biblioteca Pape, México D.F:, 1985, p. 18.

[4] Diego Sileo, “ Remedios Varo. La magia dello sguardo”, Selene Edizioni, Milano 2007.

[5] Octavio Paz, Los privilegios de la vista, Arte de Mexico,México D.F, 1987, p. 394 -395.

 

The Magician. Acrilili su cartoncino 25 x 30
The Magician. Acrilili su cartoncino 25 x 30
The fool. Acrilili su cartoncino 25 x 30
The fool. Acrilili su cartoncino 25 x 30

Remedios Varo: Woman and Artist

 

From adolescence Remedios displayed a remarkable, fervid imagination which underpinned her first artistic ventures. She developed a rebellious attitude as a reaction to the constrictions and regulation imposed by her social class and gender.

Breton often highlighted her alchemic talents, using the term hechicera (witch). Her works contain frequent references to alchemy, laboratories and the mediaeval workshops where they transformed metals and searched for the elixir of long life with the philosopher’s stone. Remedios’ imagination was fed by a mind at once poetic and given to dreaming in a lone, intimate dimension. The images she creates give hope and convey a vision of harmony which does not revolve around any idea of human imperfection. Her chromatic choices were meant to avoid strong or brusque contrasts and allowed her to create atmospheres of calm and tranquility suited to the appearance of sign and revelation.

If on the one hand the role of femmes enfants conformed to the clichés defining the woman according  to surrealist poetics,  Remedios dedicated herself with commitment and awareness to her art and to the search for her own independent creative identity. In her production we can see a sort of iconographic anti-conformity; her imaginary portraits grew out of her inventiveness while her characters, always engaged in some wonderful activity, often move around thanks to their supernatural powers or by the use of rather ingenious vehicles of locomotion. Her self-portraits can be defined as symbolic replicants of the author. Her paintings display a number of creatures resembling the artist but they are abstract, metaphorical and ironical, working as means designed to explore alternative personal identities but which are at the same time universal, captured in a magic, surreal style. The  faces of the women are presented in stereotypical form – a triangular shape with large eyes.

Remedios’ approach to emotional relationships had a double implication. She was a passionate woman with a desire to be loved but at the same time she experienced her relationships as obstacles to true independence and personal fulfillment. The demands of her affective bonds actually put a tight brake on the development of her artistic work.

The meeting of Remedios and Leonora Carrington was very important. A sort of spiritual sisterhood grew between the two while their life stories contained similar events – both in the same period searching hard for physical and spiritual freedom, they were attracted by the same themes of the sciences of the occult and magic and they shared the same reading background; both were influenced by theories of incarnation and they wrote tales of the imagination together; they conducted pseudo-scientific experiments on alchemy and invented recipes to obtain magic effects and shared the sensation of “being inspired by strange and mysterious inner forces and of being chosen for a very special psychic journey”.

Remedios believed in magic, was superstitious and in harmony with nature; she had a consolidated mystic belief centred on the existence of superior powers influencing events and directing them. Charms and various unusual items populated her house and she loved to surround herself with stones, shells and quartz crystals.

 

“In Messico there are two “bewitched witches”; they have never listened to the voices of praise or damnation, or of schools or political parties. Very often they have derided the faceless master. Indifferent to social mores, aesthetics and price, Leonora Carrington and Remedios Varo cross our city with an air of inexpressible and ineffable grace. Where will they go? Where is imagination and passion calling them?” Octavio Paz